Per ovviare alla spropositata inflazione dei contenuti spam, da alcuni mesi il colosso dei motori di ricerca ha deciso di affiancare agli algoritmi un controllo manuale: un team apposito ha adesso il compito di scansionare i siti web alla ricerca di contenuti non che non rispettino le guidelines di Google o contengano pattern inusuali. È proprio per questo che sempre più blogger e webmasters si vedono penalizzati … ma è davvero colpa di Google?
Penalizzazione vs. Filtro algoritmico
Molto spesso i termini vengono accavallati, ma in realtà sono solo gli interventi manuali a configurarsi come vere e proprie penalizzazioni : se il team di Google ritiene che il tuo sito presenti contenuti contrari alle condizioni di utilizzo del motore di ricerca, oppure se sono presenti pattern innaturali, allora infliggerà il flag manuale, il quale, in base alla “gravità” della situazione, ha lo scopo di ridurre il ranking generale del sito, oppure svalutare determinati link o addirittura bannare dall’indice il sito (leggi questo interessante articolo sulle penalizzazioni google pubblicato dal SEO Massimiliano Del Rosso sul sito ilmioposizionamento.it per avere una panoramica completa sulle cause delle possibili penalizzazioni).
Un filtro algoritmico è invece il risultato di un aggiornamento di uno degli algoritmi di Google, che siano i più famosi Panda o Penguin, oppure i meno rinomati Over Optimization, Boilerplate, Megamenu. Fondamentalmente la differenza qui sta nel fatto che nel caso delle penalizzazioni la mano è umana, mentre nel caso del filtro algoritmico si tratta di una pura questione tecnica.
Una seconda distinzione tra penalizzazione e filtro algoritmico sta nella notificazione: nel primo caso verrai avvertito da una mail oltre che nella sezione “Azioni manuali” di Google Webmasters Tools, nel secondo caso noterai soltanto un calo nel traffico sul sito.
E ancora, penalizzazione e filtro algoritmico si differenziano per la modalità di recupero: nel primo caso basta fare richiesta documentata di riconsiderazione del sito, nel secondo caso devi aspettare un ulteriore aggiornamento dell’algoritmo, altrimenti puoi fare richiesta di riconsiderazione del sito, ma i tempi sono estremamente lunghi.
Come riconoscere una penalizzazione
Il primo metodo per riconoscere una penalizzazione è molto elementare: controlla Google Webmasters Tools. In particolare dovrai controllare se il calo del traffico organico ha un riscontro nel calo di click. Questo tipo di verifica ti permette anche di constatare i danni che la penalizzazione ha causato al sito e di che tipo di penalizzazione si tratta.
I tools per reagire alle penalizzazioni
- Google Analytics. Essendo di proprietà di Google stesso, naturalmente porterà a una soluzione più veloce.
- Ottimo per incrociare i dati del traffico organico con le date di pubblicazione degli aggiornamenti dell’algoritmo che ti ha colpito. Naturalmente Google Analytics è più efficiente in questo senso.
- Tool ottimo per controllare quante posizioni ha perso il tuo sito in seguito alla penalizzazione e nello specifico quali keywords sono andate perdute.
Cosa non confondere con una penalizzazione
- Un’operazione di migrazione eseguita in modo errato;
- Sezioni del sito bloccate per via di direttive errate date al bot ;
- Semplicemente gli utenti si sono spostati su ricerche di tipo diverso, capita ciclicamente;
- La presenza o assenza di pagine del sito in Google News.