Scegliere di insaporire una pietanza con un filo di olio aromatizzato al rosmarino è la mossa giusta per aggiungere rotondità e pienezza al proprio piatto senza coprirne o alterarne il sapore di base ma, al contrario, aggiungendo a quest’ultimo un gradevole accento delicato e profumato.
Il rosmarino, elemento fondamentale della tradizione culinaria del nostro paese, prende il nome dall’unione di due lemmi latini, ossia “Ros’’ e Maris”, che significano rispettivamente “Rugiada” e “Mare” e si sviluppa sotto forma di piccoli arbusti che raramente superano i tre metri di altezza.
Dove si coltiva il rosmarino?
Dotato di radici profonde e robuste, di fusti ramificati di color marrone pallido e di piccole foglie dal timbro cromatico verde scuro, il rosmarino cresce spontaneamente anche su dirupi sassosi e su terreni scoscesi, purché fortemente irradiati dal caldo del sole.
Nonostante l’ambiente ideale in cui collocare le colture di rosmarino sia contrassegnato da temperature medie abbastanza elevate, tipiche della Macchia Mediterranea della quale è originario, questa pianta si è adattata a crescere anche nelle zone prealpine e nella Pianura Padana.
La coltivazione del rosmarino non è particolarmente complicata e, al contrario, richiede davvero pochissime cure: ne consegue, dunque, una relativa facilità di coltura anche in terreni di piccole dimensioni. Fondamentale, in ogni caso, è esporre la pianta al sole, preferibilmente orientata verso Sud, in un terreno che favorisca il corretto drenaggio dell’acqua.
E’ possibile coltivare il rosmarino anche all’interno di vasi comuni, a condizione che l’innaffiatura sia costante e quotidiana durante tutto il primo anno di età e che si evitino dannosi ristagni di acqua che possano ledere alla salute delle radici della pianta. Dopo il primo anno di età l’irrigazione della pianta può essere diradata ad una volta ogni due o tre giorni.
Durante l’inverno è necessario proteggere la pianta dalle gelate avvalendosi di un telo plastificato.
Quali elementi caratterizzano l’olio al rosmarino?
Tra le caratteristiche tipiche del rosmarino, una di quelle elettive è il suo particolare aroma, che persiste generalmente anche in seguito ai processi di cottura: anche per questa ragione, un solo rametto di rosmarino è quasi sempre sufficiente ad insaporire a dovere ogni tipo di pietanza.
Parimenti, bastano poche gocce di olio aromatizzato al rosmarino per donare nuove sfumature di sapore a piatti di vario genere a base di carne e di verdure al forno, così come al pane e alle focacce.
Un filo di olio di rosmarino può essere utilizzato con ottimi risultati anche per arricchire il quadro di sapori ed aromi tipici della pizza appena sfornata. Questo condimento si presta inoltre ad insaporire con eleganza ed efficacia anche piatti a base di carne di pollo, di maiale e di agnello, soprattutto se a loro volta arricchiti dalla presenza di legumi, patate o formaggio.
Allo scopo di irrobustire in maniera ancor più evidente il sapore di alcune pietanze, specie se a base di selvaggina, può essere utile affiancare all’uso del rosmarino quello di altre erbe aromatiche, come la salvia, l’origano, il timo ed il prezzemolo. Risulta altresì molto riuscito l’accostamento del rosmarino al gusto intenso e penetrante dell’aglio.