I distributori automatici o, in alternativa, le vending machine, continuano a riscuotere un grande successo nella distribuzione e nella vendita al dettaglio. Attivi anche in tempo di pandemia, infatti, non hanno subìto chiusure ed hanno continuato ad andare avanti. Ma come si fa ad avviare un business in questo settore, e quali sono i costi da considerare? Vediamolo di seguito.
Poca burocrazia, investimenti minimi ma accurato studio del target
La prima cosa da sapere, e la più importante, è che a differenza dell’apertura di un esercizio commerciale tradizionale (un classico negozio) in cui la burocrazia può essere noiosa e stancante, nel caso di un corner con vending machine quest’ultima è minima, insieme ai pochi investimenti iniziali in denaro richiesti. Anche l’impegno lavorativo da mettere in conto è minimo. Quello che è importante, invece, è capire bene cosa si vuole vendere, su quale tipo di articolo puntare e qual è il target di riferimento. È fondamentale anche capire che movimenti ha questo target, così da decidere in quale punto strategico delle città posizionare i nostri corner. La gamma dei prodotti che si sceglie di vendere, poi, va costantemente aggiornata e rinnovata.
Meglio optare per le vending machine di ultima generazione
Si potrà sempre scegliere di puntare su distributori automatici classici, il consiglio però, se ci si avvia in questo settore, è quello di optare per gli ultimi modelli tecnologici di vending machine, che possono contare su software sofisticati, sistemi di pagamento elettronico ed anche smart, con possibilità di acquistare anche da remoto. Questo consentirà di velocizzare e semplificare notevolmente il lavoro dell’imprenditore, in quanto si potrà capire subito che tipo di merce viene venduta di più e qual è l’andamento delle vendite.
I distributori automatici e vending machine che riscuotono maggior successo in Italia
Prima di avviare un’impresa nel settore dei distributori automatici o vending machine è indispensabile anche effettuare una ricerca di mercato su quali possono essere le tipologie di prodotto che riscuotono maggior successo. Ecco ad esempio qualche dato, estrapolato dalle indagini commissionate da GPE Vendors ed effettuate da CONFIDA, l’Associazione italiana dei distributori automatici. Attualmente in Italia si contano circa 822.175 distributori automatici installati in tutto il territorio nazionale: cifra che pone il nostro Paese tra i più avanzati in Europa, davanti alla Francia, con quasi 600 mila macchinari, e la Germania che si ferma a 570 mila. Tra le tipologie che riscuotono maggior successo ci sono al primo posto quelle di prodotti classici come il caffè, con addirittura 6 milioni di tazzine di caffè vendute al giorno (complici anche le chiusure dei bar per il Covid il numero è lievitato). Successivamente troviamo altri prodotti alimentari come bevande calde e fredde (cappuccino, cioccolata, orzo, cola etc.), poi i gelati. Seguono i prodotti non alimentari come le sigarette e infine i gadget di varie tipologie. Interessante notare come cominciano ad avanzare nelle richieste degli utenti abituali i prodotti alimentari di cibi freschi e a km 0. Richiesti inoltre gli alimenti per vegani, quelli senza glutine e destinati a clienti con esigenze salutiste.
E per quanto riguarda i costi?
Qual è allora l’investimento iniziale da mettere in conto se si vuole avviare questo tipo di attività? Più vending machine a regime. sparse in diversi corner con loro spazio a disposizione avranno bisogno di un investimento iniziale di un minimo di 10 mila euro. Nel dettaglio: ogni distributore di bevande, ad esempio, ha un costo dai 1.000 ai 2.000 euro ciascuno, i distributori di snack partono dai 2 mila euro in su cadauno e quelli di sigarette e gadget possono arrivare fino a 7 mila euro ognuno.