Il disturbo emorroidario è diffuso e parecchi di noi ne soffrono, anche se non è esattamente il primo argomento di conversazione tra amici: disagio, imbarazzo, vergogna ci rendono reticenti, oltre a dover sopportare spesso una serie di sintomi poco piacevoli. “Ho le emorroidi, che fastidio!”: a voler essere pignoli, si tratta di un’espressione ridondante: infatti, tutti noi abbiamo le emorroidi! Tra poco scopriremo che si tratta di normali presenze in ognuno di noi. Scopriamo perché e cosa sono le emorroidi (o gavoccioli emorroidari) interne.
“Soffro di emorroidi” oppure “ho la malattia emorroidaria”?
Il plesso emorroidario è formato da strutture anatomiche che fanno parte (fisiologicamente) del corpo umano. Le emorroidi o gavoccioli (o cuscinetti emorroidari) sono piccoli rigonfiamenti morbidi al tocco e molto vascolarizzati, localizzati intorno all’orifizio anale (emorroidi esterne, visibili a occhio nudo) o all’interno del canale anale (emorroidi interne, visibili solo con una specifica indagine anoscopica).
Questi cuscinetti o gavoccioli anatomici non devono preoccuparci, poiché “da soli” non sono patologici, anzi: contribuiscono, con lo sfintere anale, a contenere materiale fecale e gas, e permettono la fisiologica evacuazione.
Invece, se avvertiamo dolore, bruciore, secchezza, prurito o fastidio, significa che i gavoccioli sono infiammati e patologici, per diversi motivi.
Talvolta possono verificarsi delle abrasioni e delle piccole lacerazioni della cute dio rivestimento delle emorroidi, con la rottura dei gavoccioli stessi: in questo caso può verificarsi un lieve sanguinamento. Emorroidi sanguinanti e patologie anorettali vengono spesso confuse, perché alcuni sintomi sono comuni e sovrascrivibili. Per questa ragione è sempre opportuno consultare il proprio medico, che potrà suggerire una visita specialistica con un proctologo.
Differenze tra emorroidi: esterne e interne
Poco sopra abbiamo introdotto la differenza tra emorroidi interne ed esterne:
- Gavoccioli o cuscinetti emorroidari interni. Non sono individuabili a occhio nudo poiché situate all’interno dell’ano e rivestite di mucosa. Non sono innervate e hanno una debole sensibilità al dolore, tuttavia possono dare fastidio e provocare fastidio durante l’evacuazione, per via dello sforzo e il ponzamento.
- Gavoccioli o cuscinetti esterni. Sono visibili al di sotto della cute intorno all’apertura dell’ano e sono ricoperte dalla pelle.
A proposito di emorroidi interne:
I cuscinetti o gavoccioli interni si sviluppano al di sopra dello sfintere, sopra la linea pectinea (o dentata, o pectinea, una linea ideale che separa l’ano dal retto), e possono essere individuati solo tramite un’indagine clinica mirata. Per quanto riguarda la gravità delle emorroidi interne, essa dipende dal livello di severità della patologia: si parte da condizioni di lieve entità (emorroidi di primo grado, di secondo), fino ad arrivare a situazioni che richiedono interventi ambulatoriali o chirurgici (terzo e quarto grado), soprattutto se i gavoccioli emorroidari sono prolassanti, ossia scivolano lungo il canale anale, fuoriuscendo dal retto, talvolta in modo permanente (emorroidi prolassate e non più riducibili).
Quali sintomi potremmo notare in caso di emorroidi patologiche?
Prestiamo attenzione a:
- Sensazione di dolore durante l’espulsione delle feci.
- Pizzicore/ prurito.
- Sensazione di muco, umidità anale e di non sentirsi adeguatamente “puliti”.
- Sensazione di avere corpo estraneo nell’ano.
- Tenesmo del retto, cioè sensazione di dover evacuare in continuazione.
Oltre a queste situazioni, potremmo osservare qualche traccia ematica (sangue color rosso vivo), subito dopo l’evacuazione, sulla carta igienica. Ciò è dovuto alla rottura dei vasi sanguigni emorroidari, piuttosto fragili. Inoltre potrebbe insorgere una complicanza del disturbo, cioè la trombosi emorroidaria, la formazione di un coagulo sanguigno all’interno di un cuscinetto emorroidario, che risulta gonfio, bluastro e molto dolorante.
Condizioni e fattori di maggiore incidenza della patologia
Sono svariati i fattori e le situazioni che possono esporre maggiormente alla patologia emorroidaria. Oltre fattori non modificabili, la buona notizia è che molte nostre abitudini quotidiane possono influire sensibilmente: ciò significa che, correggendo il nostro stile di vita, possiamo tenere più facilmente a bada i sintomi ed evitare che si ripresentino nel breve periodo:
- Familiarità, cioè altri casi di emorroidi infiammate nella stessa famiglia.
- Modificazioni ormonali riconducibili a condizioni fisiologiche (gravidanza, mestruazioni).Con il graduale accrescimento di ormoni come per esempio gli estrogeni e soprattutto il progesterone, avviene un complessivo rilassamento connettivale. Non solo: l’utero aumenta di volume e comprime i vasi sanguigni del pavimento pelvico, rallentando il ritorno del sangue venoso.
- Vita inattiva e sedentaria.Può promuovere un aumento della pressione delle vene emorroidali, con una conseguente dilatazione e possibile infiammazione.
- Sforzi intensi e repentini possono causare reiterati traumi alle strutture che sostengono il canale anale, con la possibilità che compaia la malattia emorroidaria.
Come possiamo attenuare e prevenire la sintomatologia poco gradevole?
Tra i suggerimenti e le raccomandazioni di salute, è consigliabile dapprima correggere il proprio stile alimentare inserendo ortaggi di stagione, frutta fresca, legumi (fagioli, soprattutto, ma anche ceci, piselli, secondo stagionalità) e alimenti integrali (cereali) nella dieta, specie se il nostro disturbo emorroidario è dovuto alla stitichezza: infatti, fibre vegetali e acqua promuoveranno la peristalsi intestinale. Inoltre, per favorire la circolazione e prevenire il ristagno di sangue venoso, tra i rimedi di benessere è raccomandabile seguire uno stile di vita dinamico, praticare sport (il nuoto è particolarmente indicato, per rafforzare il pavimento pelvico senza acuire l’infiammazione locale). Lo scopo sarà contrastare la sedentarietà: anche qualche semplice passeggiata quotidiana può essere una valida idea.